In Italia negli ultimi anni ha continuato a svilupparsi il lavoro nero o irregolare. Recenti ricerche indicano come lo stesso sia cresciuto di oltre il 6 per cento. In una situazione del genere lo strumento dei voucher può essere valutato al momento come una delle soluzioni idonee a prosciugare questo mare, senza enfasi ma anche senza pregiudizi, purché sia orientato a coprire, con un rapporto “in chiaro” e con garanzie legali, la quota di lavoratori che rispondono effettivamente ad esigenze di lavoro occasionale e transitorio.
Lo strumento deve essere costruito in modo da garantire che non se ne faccia un uso distorto e che non diventi la frontiera più avanzata del precariato, per questo motivo vanno previste regole più cogenti rispetto al passato che certifichino la occasionalità dell’utilizzo dei voucher: regole non solo basate su limiti economici circa il lavoro prestato ed utilizzato, ma anche rispetto alle ore di prestazioni non occasionali che una impresa utilizza.
È necessario inoltre un approfondimento di analisi dei diversi rapporti lavorativi in cui il voucher potrà essere utilizzato, analizzando le soluzioni, considerando le criticità, ad esempio i conflitti con altre forme di lavoro, affinchè diventi uno strumento utile ed efficace.
Altro aspetto importante è quello delle sanzioni, che devono essere severe per chi trasgredisce le regole e dare massima garanzia di efficacia per i lavoratori.
Infine, per valutare se le norme siano in grado di garantire gli obiettivi di legalità e di regolarizzazione dei rapporti lavorativi, si potrebbe considerare una durata transitoria di circa due anni, in modo che il legislatore possa decidere una eventuale conferma della validità delle stesse sulla base della loro concreta applicazione.